Ottimizzare le risorse durante la crisi che imperversa da qualche anno nel mondo della fotografia è una strategia che vedremo sempre più spesso. Un esempio è Nikon che ha già annunciato alcuni cambiamenti nella produzione delle sue fotocamere puntando su nazioni dove il costo del lavoro è inferiore rispetto al Giappone. Ma per migliorare ulteriormente i risultati fiscali, occorrono ulteriori mosse strategiche.
Nikon: due stabilimenti giapponesi saranno chiusi entro l'anno
Secondo quanto riportato da Nikkei, Nikon ha intenzione di dismettere due stabilimenti giapponesi che si occupano della realizzazione degli obiettivi fotografici. Le motivazioni sono molteplici e comprendono una riduzione dei volumi di vendita e l'ottimizzazione delle spese, come scritto in apertura.
In particolare a fine Marzo 2021 verranno dismessi gli stabilimenti di Nagai e Aizu che sono affidati alla società controllata TNI Kogyo. Il primo sarà poi venduto così da recuperare un po' di liquidità, mentre il secondo sarà riconsegnato alle autorità locali. Tutta la produzione di ottiche in Giappone sarà quindi concentrata in un unico stabilimento a Otawara (soprattutto nel caso di quelle di fascia alta) mentre un'altra parte sarà affidata agli stabilimenti in Thailandia.
Nikon continuerà a produrre soluzioni sia per reflex che per mirrorless. Per quanto riguarda invece i dipendenti, a Nagai lavorano 108 persone mentre ad Aizu ce ne sono 54. La dirigenza chiederà loro se vogliono spostarsi nello stabilimento di Otawara oppure si punterà al loro reimpiego. Si spera che sul medio termine queste operazioni permettano di migliorare i conti della società nipponica consentendogli di resistere in questo mercato complesso.
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