Nei primi anni del successo commerciale della fotografia digitale erano due le strade aperte di fronte ai produttori per la creazione di reflex digitali: da un lato quella di sostituire in corpi analogici la pellicola con un elemento sensibile elettronico, dall'altro la massima integrazione tra macchina e sensore a livello costruttivo.
La storia ci dice che ha vinto il secondo approccio, ma restano molti quelli che sognano reflex con sensore intercambiabile, così come avveniva con le pellicole. Il primo approccio fu seguito inizialmente da Kodak, con dorsi digitali da applicare alle reflex Canon e Nikon professionali, ma la maggiore integrazione nei sistemi all-in-one, permise in quegli anni un salto qualitativo a questi ultimi cui i dorsi digitali per reflex non riuscirono a tenere il passo, anche per ragioni di peso ed ergonomia.
Una Nikon F3 digitale
Sebbene i sensori attuali abbiano raggiunto un range di utilizzo davvero elevato, la possibilità di avere il sensore giusto per ogni situazione (massima risoluzione, tenuta agli alti ISO, bianco e nero senza demosaicing, massima gamma dinamica) è un sogno che molti continuano a covare.
Quando le braci sembravano ormai spente un brevetto Nikon, depositato nel 2011 e pubblicato in questo mese di dicembre 2012, ridà fuoco alle polveri, brevettando proprio una delle modalità possibili per trasformare una reflex analogica 35mm in una reflex digitale. In particolare il brevetto copre un meccanismo di regolazione fine del tiraggio tramite una vite posta nella zona posteriore della macchina.