Come ripetuto diverse volte, il mercato delle fotocamere ha subito una profonda trasformazione nel corso degli ultimi anni. Gli smartphone e il cambiamento delle abitudini degli utenti hanno avuto un impatto pesante sulla produzione. Come riuscire a riuscire a rimanere "nel business", quindi? Nikon aveva già dichiarato di voler ridurre le spese e una delle mosse è quella di trasferire la produzione dove costa meno.
Nikon: dal Giappone alla Thailandia per restare sul mercato
Secondo quanto riportato da Asahi, Nikon ha deciso di spostare la sua produzione di fotocamere dal Giappone alla Thailandia, dove la realizzazione dei corpi macchina avrebbe costi inferiori, permettendo margini superiori. In precedenza la prima serie di fotocamere mirrorless full-frame era ancora prodotta nella nazione d'origine, ma con l'arrivo dei nuovi modelli si è deciso lo spostamento della produzione.
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2590.00€ Compra oraQuesto significa che le soluzioni Z 6II e Z 7II sono prodotte dalla divisione thailandese e per la fine del 2021 anche la top-di-gamma tra le DSLR, Nikon D6, non sarà più prodotta sul suolo giapponese. Nello storico impianto di Sendai, attivo da 70 anni, rimarrà invece la produzione di componenti di precisione utili per l'assemblaggio finale.
Una decisione probabilmente sofferta ma che non dovrebbe destare preoccupazione se i controlli di qualità verranno mantenuti su standard elevati. Del resto recentemente Tetsuya Morimoto, a capo della divisione europea di Nikon, ha espresso parole incoraggianti.
Sembra che gli utenti abbiano apprezzato i cambiamenti fatti tra la prima generazione di fotocamere Z e la seconda (oltre alla D780). Pur non essendo una rivoluzione, le modifiche hanno dato un buon impulso alle vendite. In parte questa buona notizia è stata offuscata dall'incendio dello stabilimento di AKM Semiconductor che ha rallentato la produzione di componenti in particolare per le DSLR, mentre non dovrebbe toccare le mirrorless.