Da quello che si evince dal comunicato stampa rilasciato dalla CIPA (Camera & Imaging Products Association) il braccio di ferro che c'è stato negli ultimi due anni tra l'associazione, che raccoglie i produttori nipponici di foto/video-camere, e l'Unione Europea è stato molto duro.
Il risulto delle trattative, sfociato in un documento ufficiale dell'Unione Europea che mira a dare nuove regolamentazioni per quanto riguarda il mondo delle videocamere, poteva essere più penalizzante per i consumatori.
Secondo il nuovo regolamento tutte le fotocamere digitali (still camera) capaci di registrare filmati di risoluzione maggiore di 800x600 pixel, a più di 23 frame al secondo e per un tempo ininterrotto maggiore a 30 minuti, vengono classificate come videocamere, con conseguente diverso trattamento fiscale. Le videocamere infatti 'pagano' più tasse rispetto alle fotocamere.
Dalle trattative portate avanti dalla CIPA si è ottenuto che i tre requisiti debano essere soddisfatti simultaneamente per far scattare il cambio di categoria. Questo non solo dovrebbe restringere il campo dei prodotti (anche se ormai gran parte delle fotocamere in arrivo sul mercato rientrano i tutti i tre i parametri), ma dovrebbe anche mettere al riparo dalla tassazione retroattiva dei prodotti venduti negli ultimi tre anni, come chiesto dall'Unione Europea.
Il comunicato stampa dell'associazione dei produttori nipponici si chiude con le seguenti parole:'Arbitrary and unilateral tariff classification having been executed by the EU authorities for the products eligible for the ITA is infringement of the ITA. Thus, the CIPA will continue to make claims for the invalidity of the relevant action similar to this case in the trade area from now on so that other IT products will not be affected by such action'.
Pare dunque che la CIPA abbia considerato la mossa dell'Unione Euopea come un atto unilaterale e intenda continuare a lottare per 'ammorbidire' il regolamento. Una riflessione: la capacità di registrare filmati è stato uno dei forti driver di mercato che hanno trainato le vendite di fotocamere nell'ultimo periodo, da una parte sembra che l'Unione Europea voglia penalizzare questa spinta che dopotutto ha portato a un'espansione del mercato.
Dall'altra parte bisogna considerare che il regime fiscale precendente da un certo punto di vista penalizza i produttori di dispositivi marchiati come video camere, che vedono una folta concorenza fi fotocamere e offrire apparecchi con caratteristiche simili a prezzi inferiori potendo contare su una tassazione più bassa. La vicenda non sembra in ogni caso finita, staremo a vedere quali sviluppi seguirà.