Le dimissioni del CEO e presidente Michael Woodford hanno creato in Olympus una reazione a catena che in molti temono possa essere letale per il produttore nipponico di fotocamere. Le accuse di Woodford in merito ad alcune operazioni finanziarie poco sospette hanno aperto uno squarcio in più di 20 anni di gestione poco trasparente, in cui le acquisizioni e i costi di intermediazione ad esse relative sono stati utilizzati come facciata per nascondere forti e continuative perdite.
I vertici dell'azienda dapprima hanno risposto sdegnati alle accuse di Woodford, salvo poi dover presentare le dimissioni in blocco. Il nuovo presidente, Shuichi Takayama, ha assunto il difficile compito di fare chiarezza e riconquistare la fiducia degli investitori, ma gli ultimi fatti venuti alla luce rendono difficile anche poter presentare il consueto report finanziario trimestrale.
In questa situazione è arrivata un'altra tegola su Olympus: la borsa di Tokyo, il Tokyo Stock Exchange (TSE), ha deciso di mettere il titolo Olympus 'sotto osservazione' per capire cosa sia davvero accaduto al produttore in questi anni. Inoltre il TSE ha apertamente avvertito Olympus: se il report trimestrale non arriverà puntuale entro il 14 dicembre il titolo potrebbe essere sospeso e tolto dalla lista di quelli scambiabili:
"If the company does not submit the quarterly report within one month of the statutory submission deadline (up to 14 December, 2011), stocks of the company shall be delisted"
Si tratterebbe di un colpo letale per Olympus. Takayama è al lavoro per tirare le fila della questione, ma molti tra gli investitori auspicano un ritorno dello stesso Woodford ai vertici di Olympus per fare chiarezza utilizzando il pugno di ferro: l'uomo che ha avuto il coraggio di scoperchiare questo vaso di Pandora agli occhi di molti è il solo che possa anche evitare la catastrofe.