Plenoptic camera, Adobe prova a rivoluzionare la fotografia

Plenoptic camera, Adobe prova a rivoluzionare la fotografia

di Gabriele Burgazzi, pubblicata il

“Una dimostrazione di Adobe mette in evidenza le potenzialità di una plenoptic camera, una soluzione caratterizzata da una particolare lente capace di garantire importanti caratteristiche”

Una delle dimostrazioni più interessanti che abbiamo avuto modo di osservare nel corso del GTC di San Josè, è stato il progetto di Adobe denominato Plenotical Rendering. Il concetto, di per sè, non è innovativo ed è già stato mostrato al pubblico in diverse occasioni.

Adobe

La dimostrazione di cui andremo a parlare si basa sull'utilizzo di una lente conosciuta con il nome di plenoptic lens: si tratta di una lente fotografica formata però da più lenti, come mostra l'immagine sopra proposta. Scattando una foto, ovviamente con un obbiettivo adatto, l'utente con una solo foto avrà a disposizione uno scatto caratterizzato non solo da diverse angolazioni, ma anche diversi punti di messa a fuoco. Stiamo ovviamente parlando di una soluzione ancora in stadio prototipale, mancano quindi al momento dettagli precisi circa il funzionamento di tale tecnologia. Si tratta di una fotocamera sperimentale, sviluppata 5 anni fa all'università di Stanford. A seguire il principio di funzionamento cui questa fotocamera si basa:

Adobe

La possibilità di avere una quantità simile di dati con un solo scatto consente importanti possibilità di lavoro sull'immagine stessa. La prima riguarda il re-focus dell'immagine. Spieghiamo meglio: in una normale foto il punto di messa a fuoco, per quanto variabile, è sempre uno. Nel caso della plenoptic camera, invece, grazie all'impiego di questa particolare lente e di questo particolare sensore, lo scatto offre diversi punti di messa a fuoco. In fase di post-produzione, quindi, l'utente avrà la possibilità di impostare e modificare la messa a fuoco, soprattutto qualora questa fosse sbagliata nelllo scatto originale.

I diversi angoli di ripresa, inoltre, consentono di poter andare a creare un'immagine stereoscopica e che ricrei quell'effetto di tridimensionalità riproducibile attraverso l'ausilio degli appositi occhialini o di pannelli in grado di supportare la gestione di tali contenuti.

Queste due funzioni sono inoltre utilizzabili contemporaneamente, ciò singnifca che, durante la ripresa di contenuti in stereoscopia è possibile lavorare in post-produzione al punto di messa a fuoco: si tratta di una capacità al momento non presente su alcun dispositivo di ripresa 3D.

La possibilità di rendere questa tecnologia una applicazione reale sarà dettata, in futuro da due elementi fondamentali: la risoluzione sempre maggiore dei sensori fotografici e la potenza di calcolo messa a disposizione dalle GPU.
Per poter elaborare i dati forniti dall'immagine in formato raw dalla fotocamera è necessaria una elevata potenza di calcolo. Il file raw è infatti formato da microimmagini con diverse visualizzazioni o angolazioni dello stesso particolare che, vengono successivamente elaborate attraverso appositi algoritmi di rendering. L'impiego di una normale CPU comporterebbe diverse ore di elaborazione dati per ottenere gli effetti sopra descritti: l'architettura estremamente parallelizzata delle GPU consente invece di poter ridurre sensibilmente i tempi di rendering.

La tecnologia mostrata, grazie all'impiego di particolari lenti modificate, consente inoltre di poter eseguire operazioni avanzate di HDR, impostando diverse esposizioni per ogni microlente con cui la lente è formata. Rimandiamo tutti gli interessati ad un documento pubblicato a riguardo, disponibile a questo indirizzo.


Commenti (6)

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Commento # 1 di: Manuel333 pubblicato il 24 Settembre 2010, 09:34
con 19 bei sensorazzi FF
Commento # 2 di: huema pubblicato il 24 Settembre 2010, 09:44
e per le aberrazioni cromatiche agli estremi e distorsioni a barilotto come fanno?
Commento # 3 di: devilpera64 pubblicato il 24 Settembre 2010, 10:26
Ahah maddai, è un prototipo e subito arrivano quelli che dicono "ci girerà crysis.?" anche se si tratta di lenti speciali xD Diamo il tempo al tempo..tanto sono pieni di soldi e il loro lavoro è quello di sperimentare e produrre nuova tecnologia, chi meglio di loro non sa cosa fare in futuro.?
Commento # 4 di: Markk117 pubblicato il 24 Settembre 2010, 12:02
Ottima idea! girava un video su un loro software che metteva a fuoco qualsiasi punto della foto dopo averla scattata
Commento # 5 di: Bisont pubblicato il 24 Settembre 2010, 12:31
Originariamente inviato da: Manuel333
con 19 bei sensorazzi FF


E' una invenzione della Stanford University del 2005.

http://graphics.stanford.edu/papers/lfcamera/

La fotocamera all'epoca era già funzionante, il difetto che era che replicando 16 volte l'immagine sullo stesso sensore, l'effettiva risoluzione della foto finale andava divisa per 16, quindi si aveva una foto molto piccola (anche se multifocus) a partire da un sensore molto denso e grande. Avevano creato anche un prototipo funzionante e portatile basato su una medio formato.

Ovviamente ci sono dei difetti, come la necessità di interporre dietro alla lente principale, una serie di lenti che scompongano la luce in 16 parti, con evidenti problemi di nitidezza e correzione.

Il PDF che trovate nella pagina che ho linkato spiega tutta la questione anche da un punto di vista ottico e matematico.

Sarebbe clamorosamente bello se mettessero in vendita una 1Ds MKIV che con apposito adattatore diventa multifocus... solo che ci vorrebbe un sensore di partenza di 80mpx per ottenere uno scarso 5mpx finale... a meno di mirabolanti invenzioni tecniche forse è un pò presto per questa tecnologia!
Commento # 6 di: JackZR pubblicato il 24 Settembre 2010, 14:32
Sembra abbastanza bella come idea, spero non la sprechino per la stereoscopia.