Nel corso del tempo Flickr è divenuto con forza uno dei punti di riferimento per la condivisione di fotografie sul web. È un servizio di enorme portata, e proprio per questo ogni minimo errore non è perdonato. E non è stato perdonato nemmeno il raffazzonato sistema di auto-tag implementato nelle scorse settimane sul servizio, che fa apparentemente acqua da tutte le parti impostando come tag termini non idonei e spesso offensivi.
Il nuovo "sistema avanzato" consente agli utenti di impostare velocemente i tag alle foto con una procedura automatizzata. Analizzando e riconoscendo alcune parti della foto, l'algoritmo riesce ad offrire una serie di tag per ogni singolo scatto individuandone il soggetto, o almeno è progettato per fare questo. Il suo obiettivo è quello di rendere la vita più semplice all'utente nel catalogare le foto inserite nel servizio, ma nella pratica ha provocato parecchi dissapori.
"Quando la nostra tecnologia riconosce pattern che si trovano spesso nelle foto di auto, verrà aggiunto il tag 'auto', quando trova pattern tipici delle foto di gatti, il tag aggiunto sarà 'gatti'", aveva spiegato Andrew Stadlen di Flickr all'occorrenza. Allo stesso modo, il servizio può inserire tag nelle foto di panorami, elementi architettonici, tramonti e moltissimi altri termini, utilizzando una tecnologia ad-hoc per il riconoscimento delle immagini.
"Abbiamo cercato di renderlo un unico posto dove caricare le foto e i video che scatti e registri, per poi trovarli facilmente, organizzarli, modificarli e condividerli. Per far ciò abbiamo bisogno di una potente tecnologia di ricerca nelle immagini, e per riuscirci dobbiamo essere in grado di riconoscere i contenuti presenti in ogni foto. I pattern nelle immagini possono aiutarci a fornire ai nostri utenti risultati attendibili nelle ricerche".
Tutto molto interessante sulla carta, ma qualcosa è andato storto. Come in molti software di riconoscimento (vocale, testuale, di immagini), anche il servizio di Flickr è incappato in gravi errori di gioventù. Oltre a identificare tartarughe in foto di ippopotami, il servizio ha spesso catalogato come animali, o scimmie, fotografie raffiguranti essere umani. Il caso più eclatante è stato quello della foto di William (qui), un uomo di colore contrassegnato come "ape" e "animal" dal sistema automatizzato. La stessa sorte è capitata anche con questa foto di una ragazza.
Non sono mancati errori di natura "politica" su cui è magari più difficile farsi una risata, come foto di campi di concentramento nazisti "taggati" come "jungle gim", o "sport". Errori non proprio marginali, soprattutto quando si parla di scatti con inquadrature abbastanza tradizionali ed abusate. Flickr ha già risposto a riguardo: "Siamo i primi ad ammettere che ci sono e ci saranno errori nel nostro sistema, e lavoreremo costantemente per migliorarne i risultati", ha scritto in un comunicato sul sito Adobe.
La società ha inoltre consigliato agli utenti di rimuovere i tag erronei per aiutare le tecnologie di learning del software ad offrire risultati sempre più efficaci. Insomma, si richiede l'intervento degli utenti per migliorare una tecnologia in fase di beta che lo stesso utente non può disabilitare del tutto. L'idea alla base dell'auto-tag è indubbiamente interessante, visto che non a tutti piace farlo manualmente, tuttavia prima del rilascio definitivo Flickr avrebbe dovuto migliorare sensibilmente la sua affidabilità.
Flickr aveva chiesto agli utenti del forum di rilasciare i propri feedback negativi e di non nascondere eventuali lamentele sul sistema, e non sorprende che il thread ufficiale ad oggi conta più di 2.500 risposte.