Reuters mette al bando i RAW: 'Vogliamo solo i JPEG usciti dalla fotocamera'
di Roberto Colombo, pubblicata il 19 Novembre 2015, alle 16:01
Reuters richiede ai fotoreporter freelance solo i file JPEG usciti direttamente dalla fotocamera, con una post produzione davvero ridotta al minimo come ritaglio e correzione dei livelli. al bando quindi i RAW e i JPEG sviluppati, anche in camera, a partire da essi
Commenti (39)
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Commento # 21
di: demon77
pubblicato il 20 Novembre 2015, 12:35
Originariamente inviato da: AceGranger
probabilmente mi sfugge qualcosa, ma che differenza fa se io scatto in JPG, la apro, la modifico, la risalvo e la invio modificata ? loro non sapranno mai se la JPG è stata modificata o meno, i tag rimangono anche se si passa da PS.
no no.. se la hai toccata con photoshop risulta.
Commento # 22
di: AceGranger
pubblicato il 20 Novembre 2015, 12:36
Originariamente inviato da: demon77
no no.. se la hai toccata con photoshop risulta.
dove ?
Commento # 23
di: LMCH
pubblicato il 20 Novembre 2015, 14:07
Originariamente inviato da: AceGranger
probabilmente mi sfugge qualcosa, ma che differenza fa se io scatto in JPG, la apro, la modifico, la risalvo e la invio modificata ? loro non sapranno mai se la JPG è stata modificata o meno, i tag rimangono anche se si passa da PS.
I sensori CCD e CMOS non sono perfettamente omogenei, oltre a questo neppure le lenti sono perfette (vi sono sempre delle distorsioni e delle eccentricità trascurabili ma che si possono rilevare), idem per i filtri cromatici ed il pattern stesso.
In pratica ogni macchina fotografica lascia nella bitmap stessa una sua "firma".
Se si usa un immagine RAW tale "firma" (tutta basata su imperfezioni di colore tra pixel e distorsioni della geometria della scena inquadrata) è relativamente facile da verificare.
Se si usa un jpg "preso direttamente dalla fotocamera" (in cui l'immagine è stata prima filtrata dal firmware della macchina fotografica per correggere le distorsioni più grosse, per bilanciare il colore e poi compressa con perdita) c'e' ancora una "traccia" della "firma" (e sapendo che firmware viene usato si possono pure identificare gli effetti dei filtraggi "standard" fatti ad un immagine non ritoccata).
Invece se il .jpg è stato editato e ritoccato, la "firma" è molto più degradata
(in alcuni punti si nota l'equivalente di messe a fuoco e sfocature differenti dovute
a filtri applicati su aree ristrette, ecc.) e si capisce che qualcuno l'ha modificata
e quindi potrebbe potenzialemente essere un taroccamento per quanto ben fatto.
Commento # 24
di: roccia1234
pubblicato il 20 Novembre 2015, 14:27
Originariamente inviato da: LMCH
I sensori CCD e CMOS non sono perfettamente omogenei, oltre a questo neppure le lenti sono perfette (vi sono sempre delle distorsioni e delle eccentricità trascurabili ma che si possono rilevare), idem per i filtri cromatici ed il pattern stesso.
In pratica ogni macchina fotografica lascia nella bitmap stessa una sua "firma".
Se si usa un immagine RAW tale "firma" (tutta basata su imperfezioni di colore tra pixel e distorsioni della geometria della scena inquadrata) è relativamente facile da verificare.
Se si usa un jpg "preso direttamente dalla fotocamera" (in cui l'immagine è stata prima filtrata dal firmware della macchina fotografica per correggere le distorsioni più grosse, per bilanciare il colore e poi compressa con perdita) c'e' ancora una "traccia" della "firma" (e sapendo che firmware viene usato si possono pure identificare gli effetti dei filtraggi "standard" fatti ad un immagine non ritoccata).
Invece se il .jpg è stato editato e ritoccato, la "firma" è molto più degradata
(in alcuni punti si nota l'equivalente di messe a fuoco e sfocature differenti dovute
a filtri applicati su aree ristrette, ecc.) e si capisce che qualcuno l'ha modificata
e quindi potrebbe potenzialemente essere un taroccamento per quanto ben fatto.
In pratica ogni macchina fotografica lascia nella bitmap stessa una sua "firma".
Se si usa un immagine RAW tale "firma" (tutta basata su imperfezioni di colore tra pixel e distorsioni della geometria della scena inquadrata) è relativamente facile da verificare.
Se si usa un jpg "preso direttamente dalla fotocamera" (in cui l'immagine è stata prima filtrata dal firmware della macchina fotografica per correggere le distorsioni più grosse, per bilanciare il colore e poi compressa con perdita) c'e' ancora una "traccia" della "firma" (e sapendo che firmware viene usato si possono pure identificare gli effetti dei filtraggi "standard" fatti ad un immagine non ritoccata).
Invece se il .jpg è stato editato e ritoccato, la "firma" è molto più degradata
(in alcuni punti si nota l'equivalente di messe a fuoco e sfocature differenti dovute
a filtri applicati su aree ristrette, ecc.) e si capisce che qualcuno l'ha modificata
e quindi potrebbe potenzialemente essere un taroccamento per quanto ben fatto.
Cioè tu dalla distorsione e da non meglio definite "imperfezioni di colore tra pixel" riesci a capire se una foto è stata postprodotta o se è un jpeg on camera?
Dove per "postprodotta" può tranquillamente essere un raw aperto in photoshop, dato un + 0,3 di esposizione e salvato in jpeg.
Le modifiche di cui parli te sono roba estremamente invasiva (anche se mi sfugge la parte delle "messe a fuoco". La messa a fuoco è una e una soltanto, così il piano di messa a fuoco.
Permettimi di dubitare di quanto hai scritto
Commento # 25
di: emanuele83
pubblicato il 20 Novembre 2015, 14:43
Originariamente inviato da: roccia1234
Cioè tu dalla distorsione e da non meglio definite "imperfezioni di colore tra pixel" riesci a capire se una foto è stata postprodotta o se è un jpeg on camera?
Dove per "postprodotta" può tranquillamente essere un raw aperto in photoshop, dato un + 0,3 di esposizione e salvato in jpeg.
Le modifiche di cui parli te sono roba estremamente invasiva (anche se mi sfugge la parte delle "messe a fuoco". La messa a fuoco è una e una soltanto, così il piano di messa a fuoco.
Permettimi di dubitare di quanto hai scritto
Dove per "postprodotta" può tranquillamente essere un raw aperto in photoshop, dato un + 0,3 di esposizione e salvato in jpeg.
Le modifiche di cui parli te sono roba estremamente invasiva (anche se mi sfugge la parte delle "messe a fuoco". La messa a fuoco è una e una soltanto, così il piano di messa a fuoco.
Permettimi di dubitare di quanto hai scritto
quote.
rimane il fatto che reuters su jpeg e raw debba comunque intraprendere una operazione di check. Secondo me viste la quantità di pixel e la quantità di memoria che ormai le reflex hanno, una buona compressione Jpeg (80/100) permette a loro di risparmiare parecchia potenza di elaborazione e spazio di archiviazione. niente più. scusate le verifiche le fanno cmq che sia RAW o Jpeg. a loro il Jpeg sui freelancer semplifica la vita e basta.
Commento # 26
di: AceGranger
pubblicato il 20 Novembre 2015, 14:55
Originariamente inviato da: LMCH
I sensori CCD e CMOS non sono perfettamente omogenei, oltre a questo neppure le lenti sono perfette (vi sono sempre delle distorsioni e delle eccentricità trascurabili ma che si possono rilevare), idem per i filtri cromatici ed il pattern stesso.
In pratica ogni macchina fotografica lascia nella bitmap stessa una sua "firma".
Se si usa un immagine RAW tale "firma" (tutta basata su imperfezioni di colore tra pixel e distorsioni della geometria della scena inquadrata) è relativamente facile da verificare.
Se si usa un jpg "preso direttamente dalla fotocamera" (in cui l'immagine è stata prima filtrata dal firmware della macchina fotografica per correggere le distorsioni più grosse, per bilanciare il colore e poi compressa con perdita) c'e' ancora una "traccia" della "firma" (e sapendo che firmware viene usato si possono pure identificare gli effetti dei filtraggi "standard" fatti ad un immagine non ritoccata).
Invece se il .jpg è stato editato e ritoccato, la "firma" è molto più degradata
(in alcuni punti si nota l'equivalente di messe a fuoco e sfocature differenti dovute
a filtri applicati su aree ristrette, ecc.) e si capisce che qualcuno l'ha modificata
e quindi potrebbe potenzialemente essere un taroccamento per quanto ben fatto.
In pratica ogni macchina fotografica lascia nella bitmap stessa una sua "firma".
Se si usa un immagine RAW tale "firma" (tutta basata su imperfezioni di colore tra pixel e distorsioni della geometria della scena inquadrata) è relativamente facile da verificare.
Se si usa un jpg "preso direttamente dalla fotocamera" (in cui l'immagine è stata prima filtrata dal firmware della macchina fotografica per correggere le distorsioni più grosse, per bilanciare il colore e poi compressa con perdita) c'e' ancora una "traccia" della "firma" (e sapendo che firmware viene usato si possono pure identificare gli effetti dei filtraggi "standard" fatti ad un immagine non ritoccata).
Invece se il .jpg è stato editato e ritoccato, la "firma" è molto più degradata
(in alcuni punti si nota l'equivalente di messe a fuoco e sfocature differenti dovute
a filtri applicati su aree ristrette, ecc.) e si capisce che qualcuno l'ha modificata
e quindi potrebbe potenzialemente essere un taroccamento per quanto ben fatto.
tralasciando che sfido a carpire veramente le cose che hai scritto dalle foto, esistono anche software che imitano le distorsioni o le aberrazioni cromatiche per simulare l'obiettivo reale, e credo che piccole modifiche non siano rilevabili, o che comunque non controlleranno mai.
Commento # 27
di: LMCH
pubblicato il 20 Novembre 2015, 15:39
Originariamente inviato da: AceGranger
tralasciando che sfido a carpire veramente le cose che hai scritto dalle foto, esistono anche software che imitano le distorsioni o le aberrazioni cromatiche per simulare l'obiettivo reale, e credo che piccole modifiche non siano rilevabili, o che comunque non controlleranno mai.
Ma se serve, si può fare.
Il vantaggio maggiore è che in questo modo si eliminano i taroccamenti più semplici.
Commento # 28
di: Alpha4
pubblicato il 20 Novembre 2015, 16:37
Originariamente inviato da: CrapaDiLegno
Sono spiacente per te se non sei capace di elaborare un RAW per ottenere una immagine migliore di quella sviluppata dalla camera con i valori preimpostati.
Il problema è di lana caprina.
Se il problema fosse la non manipolazione dell'immagine e la non possibilità di inviare il RAW, basterebbe far inviare il JPEG elaborato in qualsiasi modo e il JPEG così come uscito dalla macchina sena alcuna post produzione.
Comunque è come se una agenzia chiedesse venissero inviate le Polaroid sviluppate invece che i negativi. Si vede che ormai le fotografie non valgono più niente e bastano scatti fatti anche con i telefonini pur di pubblicare qualsiasi cosa.
Il problema è di lana caprina.
Se il problema fosse la non manipolazione dell'immagine e la non possibilità di inviare il RAW, basterebbe far inviare il JPEG elaborato in qualsiasi modo e il JPEG così come uscito dalla macchina sena alcuna post produzione.
Comunque è come se una agenzia chiedesse venissero inviate le Polaroid sviluppate invece che i negativi. Si vede che ormai le fotografie non valgono più niente e bastano scatti fatti anche con i telefonini pur di pubblicare qualsiasi cosa.
Ti inviterei a un maggior rispetto ed a rivedere la tua posizione per diversi motivi:
1- non sai se sono bravo o meno nella PP
2- trai facili conclusioni interpretando male l'italiano (è la tua prima lingua?). Rileggi quello che ho scritto.
3- c'è anche chi da appassionato di fotografia preferisce perdere più tempo nello scatto che fare scatti pessimi e cercare una quadra al pc.
4- evidentemente non hai mai usato una Olympus e ignori completamente la qualità dei jpg lavorati in camera.
Visto che sei così sicuro di quello che dici ti lascio il link alla review della OM-D E-M10 Mark II.
Io ho la prima serie ma nei grafici viene riportata per compararla alla nuova.
http://www.techradar.com/reviews/ca...302496/review/4
Dal RAW forse tiri fuori qualcosina in più come gamma dinamica.
In ogni caso un JPG tirato fuori da una reflex premium è oggi utilizzabile anche per stampare poster.
Lo stesso si può dire di tante fotografie fatte dai cellulari.
Reuters non è la national geographic. Probabilmente è molto più importante la tempestività e la semplificazione di un workflow al tirar fuori capolavori della fotografia.
Per quello ci sono altri canali.
Commento # 29
di: PsychoWood
pubblicato il 20 Novembre 2015, 17:46
Sarei curioso di capire come fanno ad accorgersene, se in post produzione si effettua una copia brutale dei metadati dal jpeg originale a quello rielaborato... (a meno di rielaborazioni fantasiose, ovviamente...)
Commento # 30
di: phicrand_6358
pubblicato il 20 Novembre 2015, 22:38
cut