Sempre più diffusa la tecnologia del riconoscimento facciale applicata in vari campi, ai fini della sicurezza, per sbloccare il nostro smartphone, per ottimizzare le nostre foto e di recente, con il boom degli operatori telefonici virtuali mobile, mezzo per porre il proprio consenso a contratti e richieste: diverse altre applicazioni però portano tale tecnologia ad essere utilizzata non per identificare facce bensì musi, con ampie applicazione a tutto il regno animale.
Saltato a piedi pari il concetto di privacy, che non esiste per gli animali, tramite un'accurata ricerca del sito ilpost.it, veniamo a conoscenza che molte aziende, impegnate in questo settore, stanno sviluppando l'identificazione di ogni singolo essere vivente attraverso immagini in grado di acquisire ogni minimo dettaglio fisico, senza grossi problemi nello spaziare dal riconoscere un animale all'interno di una mandria o di un inquilino di un pollaio.
Ad esempio in Norvegia tale tecnologia del riconoscimento "facciale" è stata applicata per monitorare banchi di salmoni atlantici, andando ad esaminare, ipotizziamo non pesce per pesce ma in questo specifico caso a campione, lo stato di salute dell'intero gruppo, evidenziando i primi sintomi di possibili malattie in grado di decimare questi pesci, riuscendo così a fornire ai ricercatori ed agli allevatori ittici, dati importanti per la loro salvaguardia e coltura.
Dalla Cina invece arriva un sistema ancora più fitto e maggiormente legato al consumatore finale, si chiama GoGo Chicken, sviluppato dalla compagnia di assicurazioni cinese ZhongAn Online. In questo caso parliamo di una tecnologia in grado di identificare nell'allevamento ogni singolo pollo, tracciarne la crescita e successiva macellazione, fornendo in maniera molto diretta un'infinità di dati che potrebbero interessare al consumatore finale per saggiarne la qualità del prodotto: luogo di nascita, mangime utilizzato e informazioni sanitarie, non dell'intero allevamento ma bensì del singolo pollo appena acquistato.
Dagli Stati Uniti invece arriva il progetto di Cargill, multinazionali del settore alimentare d'oltreoceano, tramite una partnership con l’azienda irlandese Cainthus, sta sviluppando sistemi di riconoscimento "facciale" per i bovini riuscendo ad identificare correttamente ogni singolo muso, monitorando ad esempio per quanto tempo bevono e mangiano, oppure identificare comportamenti strani, ricorrenti negli animali da allevamento soprattutto se di tipo intensivo.
In Africa invece, sono attivi molti sistemi che stanno iniziando a sfruttare la tecnologia del riconoscimento facciale, non legati al settore dell'allevamento ma per quello della conservazione delle specie animali, ad esempio monitorando sul territorio leoni, elefanti e giraffe, tracciandone spostamenti e stili di vita.
Insomma un vero è proprio "Grande Fratello" del regno animale pensato per ottimizzare l'allevamento, monitorare lo stato di salute degli animali e prevenire situazioni problematiche, sia dal punto di vista alimentare e speriamo anche dal punto di vista gestionale, per una maggiore qualità delle condizioni degli animali per tutta la loro vita.