Samsung ha puntato molto sulla nuova fotocamera dei suoi nuovi Galaxy S9 e S9+, incentrando buona parte della propria presentazione proprio su questo tema. L'innovazione più grande portata dal colosso coreano all'interno della fotocamera è il diaframma fisico che porta, per la prima volta l'apertura variabile su un'ottica integrata in un cellulare.
La fotocamera ad apertura variabile nel doppio modulo di Galaxy S9+, dalla nostra recensione
Ora il teardown del nuovo Samsung Galaxy S9 ci svela nuovi dettagli su questo particolare, permettendo di dare uno sguardo ravvicinato alla tecnologia integrata da Samsung. Sono diversi i particolari interessanti che emergono: dallo smontaggio del telefonino è possibile apprezzare l'ampiezza dei movimenti che lo stabilizzatore può far compiere al modulo, sfruttando attuatori magnetici. La stessa tecnologia è utilizzata anche per muovere le due lamelle che compongono il diaframma. Questo elemento, lo ricordiamo, può assumere solo due posizioni: totalmente aperto a f/1.5 o parzialmente chiuso a f/2.4.
È interessante notare come il diaframma sia esterno e posizionato davanti alla lente frontale del modulo fotocamera: sicuramente questa soluzione è più semplice da costruire rispetto a un modulo che abbia il diaframma mobile all'interno dello schema ottico, tra le piccole lenti più interne. Una soluzione che, in linea di principio, può essere facilmente portata anche su altre ottiche, probabilmente questo sarà uno dei trend che caratterizzerà il futuro delle fotocamere degli smartphone.
Dall'apertura del modulo fotocamera è possibile anche dare uno sguardo diretto al sensore in formato da 1/2,55", che nella pratica è abbastanza grande e raggiunge quasi la dimensione di quelli da 1/2,3" utilizzati nelle fotocamere compatte.