Un'oceanografa e ingegnere dell'Università di Haifa, Israele, sta facendo parlare di sé per aver creato un particolare algoritmo in grado di "restituire" i colori alle foto sott'acqua, tipicamente spostate verso tonalità blu/verdi. Derya Akkaynak (questo il suo nome) afferma che il suo algoritmo è come se in un certo senso "rimuovesse l'acqua" dagli scatti, con un potenziale enorme in grado di rivoluzionare la fotografia subacquea.
L'algoritmo prende il nome di Sea-thru, che gioca con i termini vedere e mare, oltre che attraverso, ed è stato realizzato scattando più di 1100 immagini in due ambienti marini differenti nei quali era posizionata sul fondale una normale color chart / mappa dei colori. Partendo da una distanza di 15 metri e scattando a intervalli regolari delle foto, fino a ridosso della color chart, ha potuto così "insegnare" all'algoritmo quanti e quali colori si perdono nel naturale assorbimento della luce (e quindi di alcuni colori) in acqua. Nel video si può seguire una breve e ulteriore spiegazione. Fondamentalmente, al file RAW originale viene applicato un filtro che, in base alla distanza dal soggetto e da altri parametri non chiariti, riesce grazie alla AI a ricostruire i colori come sarebbero senza l'acqua intorno.
I risultati, o almeno quelli sottoposti all'attenzione del pubblico e della stampa, sono sorprendenti: alcuni scatti sembrano fatti sulla terra ferma, altri meno ma è indubbio il vantaggio che l'algoritmo può dare agli appassionati e ai ricercatori.
La fonte, Petapixel, afferma si tratta di qualcosa di differente rispetto alla normale post-produzione effettuata sugli scatti fotografici per recuperare i colori. Ovviamente è troppo presto per parlare di rivoluzione, così come per capire se i risultati risultano apprezzabili sempre o più in alcune situazioni. Si tratta comunque di una notizia di cui tenere conto, attendendo ulteriori sviluppi.