In questi anni la modalità diffusa del PhotoFestival è certamente stata vincente e permesso alla manifestazione milanese di 'contaminare' anche le città vicine, tra cui Monza. In questo 2024, per ragioni organizzative, PhotoFestival non è in programma, ma germoglia invece il seme che era stato depositato a Monza.
MONZA PHOTO FEST grazie all'impegno di Diorama Progetti Fotografici
La città della regina Teodolinda raccoglie infatti il testimone da Milano, grazie all'impegno di Diorama Progetti Fotografici (l’agenzia di Roberto Mutti, Cristina Comelli, Pierluigi Mutti specializzata nella progettazione, organizzazione e comunicazione di eventi culturali e mostre fotografiche) e del Comune di Monza, e rilancia la formula, con 14 mostre a ingresso gratuito e una serie di iniziative che vedono coinvolti 12 luoghi espositivi monzesi (oltre a una vetrina d’eccezione milanese che vuole fare anche da luogo di promozione in città - spazioB in Foro Buonaparte 67).
Una vertigine espressiva: New York vista con gli occhi di Maurizio Galimberti
La prima edizione di MONZA PHOTO FEST va in scena dal 20 settembre all’11 novembre 2024 con la formula del festival diffuso e ha avuto oggi un evento di lancio con l'apertura della mostra 'Una vertigine espressiva' che ci mostra un volto meno noto di Maurizio Galimberti, l'artista divenuto famoso a livello globale coi sui lavori basati sulle foto a sviluppo istantaneo. In questa esposizione vediamo scatti più classici, realizzati con una mirrorless full frame, ripresi durante un viaggio a New York nel 2017. La serie di scatti denota, anche grazie a diverse citazioni, non solo l'occhio di Maurizio Galimberti, ma anche la sua profondissima cultura dell'arte e della fotografia. Negli scatti di Galimberti si ritrovano richiami ai grandi maestri della fotografia, ma sempre con la sua particolare reinterpretazione.
Maurizio Galimberti e Roberto Mutti
Proprio questo è stato il tema del discorso che Maurizio Galimberti ha tenuto in occasione dell'apertura della mostra e - lasciatemelo dire - è sempre un piacere sentirlo parlare. 'Ricreare qualcosa a modo proprio' è uno dei mantra di Galimberti e anche oggi nel suo discorso ci ha dato una piccola lezione della differenza tra chi fa foto e un artista.
Molto interessante, ad esempio, la serie di pezzi unici che accompagna la mostra. Questo è un lavoro che si presenta come maggiormente in continuità con gli stilemi classici dell'autore e si avvicina al tipo di approccio tenuto nel caso del libro "La promessa. Marcinelle: 8 agosto 1956". In questo caso delle vecchie 'cartoline da visita' di alcuni immigrati in USA, recuperate in un mercatino a Brooklyn, diventano dei pezzi unici grazie all'applicazione di una Polaroid e 'riportano' in Europa chi aveva lasciato il Vecchio Continente in cerca di fortuna.
Con la Direzione Artistica di Roberto Mutti, Monza Photo Fest propone importanti autori di livello internazionale: oltre a Maurizio Galimberti alla Reggia di Monza, una mostra da non perdere è quella di Heinz Schattner con una personale di grande impatto ai Musei Civici e una conferenza di Roberto Mutti sul Surrealismo nella fotografia. Inoltre continua il tema molto caro a Mutti della scoperta di nuovi autori di talento cui, in questo MONZA PHOTO FEST, è offerta l’occasione di mettere in mostra le proprie qualità.
Uno strumento importante di Monza Photo Fest è rappresentato dal catalogo cartaceo della manifestazione, distribuito gratuitamente presso tutti gli spazi del circuito espositivo e negli ambiti culturali più significativi, per aiutare il pubblico a conoscere l’evento e a orientarsi in città alla ricerca delle mostre fotografiche. La copertina del catalogo è arricchita da un’opera appositamente realizzata per l’occasione da Nicolò Quirico - “Le radici dell’orizzonte”, stampa fotografica su collage di pagine di libri, 2024 - che interpreta con il suo personalissimo stile uno scorcio del centro cittadino. La fotografia originale, di grandi dimensioni, è esposta all’interno dei Musei Civici in un simbolico benvenuto ai visitatori di Monza Photo Fest.