Servizi come Google Earth o Virtual Earth di Microsoft Live hanno sperimentato un ampio successo nell'ultimo periodo, anche grazie all'aumento di risoluzione delle foto fornite via web e ai mezzi hardware sempre più potenti, in grado di supportare al meglio la visualizzazione di questo tipo di immagini.
In generale questo tipo di immagini viene ricavato da fotografie aeree o da immagini riprese da satelliti, in entrambi i casi da fotografie con ridotto angolo di campo. Le ampie superfici vengono poi ricostruite accostando l'una all'altra le immagini riprese, creando una sorta di puzzle.
Questo tipo di approccio, che per ora si è rivelato funzionare molto bene, porta però con sé alcuni difetti: uno dei più evidenti è quello dovuto ai veicoli in movimento, i quali non traslano con la stessa velocità della ripresa. Può capitare infatti di trovare nell foto satellitari ricostruite veicoli tagliati a metà, in quanto appaiono in una foto, ma erano in una posizione diversa in quella contigua al momento dello scatto.
Per ovviare questo e altri problemi Sony e l'Università dell'Alabama hanno sviluppato un sistema grandangolare per foto aeree, come riportato da New Scientist. Si tratta di una griglia di obiettivi, ognuno dotato di sensore di ripresa posti tutti sullo stesso piano focale, che in questo caso risulta in una superficie convessa. Ogni elemento riprende una parte dell'immagine in contemporanea con gli altri, evitando il lavoro di accostamento in post-produzione e garantendo la contemporaneità di tutti i fotogrammi.
L'aera coperta è di tutto rispetto, da un'altitudine di 7,5 km è possibile riprendere immagini di 10 chilometri quadrati. La risoluzione è di circa 50 cm per pixel, quindi su tutta l'immagine nell'ordine dei gigapixel.
Attualmente le immagini aeree di servizi come Google Earth vengono dichiarate avere una risoluzione 'inferiore al metro', anche se, come vi avevamo segnalato in questa notizia, Google ha da poco acquisito un'azienda specializzata nel riprendere immagini con risoluzione pari a 15-30 centrimetri per pixel. Con i vecchi metodi di ripresa permangono in ogni caso i difetti, tra cui anche la distorsione dovuta ai diversi angoli di ripresa delle immagini da accostare.
Il sistema è capace di registrare fino a 4 frame al secondo, aprendo la strada anche all'utilizzo in sistemi di sorveglianza o di monitoraggio di ampie aree, anche in campo militare.