Si tratta di un tema che suscita sempre un vivace dibattito: "Meglio avere ottiche o corpi stabilizzati?" La risposta non è certo univoca e ci sono vantaggi e difetti in entrambi i sistemi. Nikon ha voluto dire al sua e in un articolo pubblicato nella sezione di supporto agli utenti del sito Nikon Europe difende con forza la sua filosofia, che stabilizza le ottiche.
Il sistema VR di Nikon è integrato negli obiettivi e praticamente sposta una lente all'interno del barilotto per compensare i movimenti della mano del fotografo. Sono quattro le tesi che Nikon porta a supporto della sua scelta. In prima istanza la stabilizzazione nell'ottica permette di vedere immagini stabilizzate nel mirino, aiutando il fotografo nella composizione. L'utente attraverso il mirino vede immagini meno 'ballerine' e può concentrarsi meglio sulla composizione. Del partito opposto è chi invece trova fastidiosa la stabilizzazione in fase di composizione, con la macchina che in alcuni casi sembra non seguire fedelmente i piccoli spostamenti di inquadratura.
La seconda istanza portata da Nikon all'attenzione del pubblico è il fatto che integrando la stabilizzazione nel corpo è possibile effettuare una regolazione fine del sistema in base alle caratteristiche dell'ottica, per avere una correzione più efficace in termini di stop oltre il tempo di sicurezza. In terzo luogo Nikon precisa che la stabilizzazione all'interno degli obiettivi offre anche ai sistemi di autofocus e lettura della luce immagini stabilizzate e più facilmente processabili, aumentando la velocità e la precisione dei sistemi. Da ultimo un argomento che è legato alla seconda delle tesi: ogni ottica, in base ad esempio alla focale, in caso di mosso crea un modello di sfocatura univoco, sul quale è necessario regolare il sistema di compensazione delle vibrazioni per avere i migliori risultati.
Diverse sono le tesi dei produttori che invece adottano sistemi di stabilizzazione all'interno dei corpi macchina, spostando il sensore per compensare i movimenti della fotocamera. Una delle motivazioni più forti è il fatto che ogni ottica, anche le vecchie ottiche manuali dell'analogico, può essere stabilizzata (ma dipende dai sistemi, questa tesi non si avvera nel 100% dei casi), donando nuova vita a vecchi obiettivi.
La seconda è anche 'economica': con un corpo stabilizzato si 'paga' il sistema di stabilizzazione una volta sola, quando si acquista la macchina, e non ogni volta che si compra un obiettivo stabilizzato. Inoltre i sistemi di stabilizzazione che muovono il sensore possono tornare utili ad altri scopi: interessante la declinazione di Hasselblad, che usa un meccanismo simile, ma per muovere il sensore sotto il filtro Bayer e esporre (in quattro o più scatti successivi) ogni pixel ad ogni componente della matrice del filtro, dando la possibilità ad ogni fotorecettore di ricevere informazioni su tutte le componenti della radiazione luminosa, oppure l'utilizzo fatto da Pentax, che associando le informazioni di un modulo GPS permette alla macchina di inseguire le stelle in astrofotografia, senza dover possedere le costose attrezzature solitamente richieste.
D'altro canto la stabilizzazione sul sensore porta a un peso aggiuntivo nel corpo, che si porta con sé anche quando si utilizzano ottiche che solitamente non richiedono stabilizzazione, come ad esempio i grandangoli ad elevato angolo di campo. Il tema è sempre caldo e le posizioni sono certamente diverse a seconda delle preferenze e delle esigenze personali: l'importante è essere consapevoli di pregi e difetti nel momento in cui si sceglie di seguire una o l'altra filosofia.