Anche se potrebbe sembrare la scena tratta da un episodio di CSI, in Giappone un stalker è riuscito a rintracciare la sua vittima attraverso un dettaglio che in apparenza poteva sembrare innocuo. A riportare la notizia è Asia One mentre la malcapitata è Ena Matsuoka, pop star nipponica del gruppo Tenshitsukinukeniyomi.
Secondo quanto descritto, Hibiki Sato (lo stalker) sarebbe riuscito a risalire alla zona dove abita Ena Matsuoka ingrandendo l'immagine riflessa nelle pupille della cantante e riuscendo poi a collegare ciò che si vedeva a un luogo preciso grazie a Street View di Google Maps.
Ma non è finita qui! Lo stalker era riuscito anche a scovare (approssimativamente) piano e appartamento nel quale vive Ena Matsuoka sempre grazie ai riflessi scovati nei selfie della pop star e quindi avendo un'idea ancora più precisa di come poterla scovare e aggredire.
L'aggressione è avvenuta l'1 Settembre 2019 con Sato che si è presentato alla fermata dell'autobus vicino alla casa della cantante permettendogli così di aggredirla fisicamente. Sono state riportate lesioni al volto per la Matsuoka e un tentativo di violenza sessuale.
Lo stalker è stato poi arrestato il 17 Settembre 2019 e ha già ammesso le proprie responsabilità (oltre di essere un grande fan della cantante). Non è la prima volta che in Giappone accadono violenze simili a idoli dei giovani. Recentemente è accaduto anche a Maho Yamaguchi e a Mayu Tomita. Proprio l'aggressione a quest'ultima ha portato a una maggiore severità nella normativa anti-stalker in Giappone.
Quello di Ena Matsuoka sembrerebbe però il primo caso nipponico nel quale la tecnologia viene utilizzata per compiere questo genere di crimini. Mezzi come apparentemente innocui selfie si sono così rivelati un'arma in più nelle mani degli aggressori.