Steve McCurry accusato di uso eccessivo di Photoshop si difende: 'Sono un narratore non un giornalista'
di Roberto Colombo, pubblicata il 01 Giugno 2016, alle 11:12
"Ho sempre lasciato che fossere le mie immagini a parlare, ma ora capisco che la gente vuole che dica in che categoria mi ritrovo. Oggi direi che sono un narratore visuale": chiarisce così la sua posizione Steve McCurry dopo le accuse di aver utilizzato troppo Photoshop nelle sue foto. Ma promette che in futuro ne limiterà l'uso.
Commenti (58)
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Commento # 31
di: azi_muth
pubblicato il 02 Giugno 2016, 17:34
Originariamente inviato da: xarz3
Conosco una ragazza che ha collaborato con Steve McCurry per un mese per un servizio fotografico. Di fatto andava con lui mentre faceva le foto e lo aiutava. Praticamente è tutto finto, prima dello scatto spesso altera il soggetto se può farlo, poi inizia a fare decine e decine di foto allo stesso, molte venute male. Poi da migliaia di scatti ne seleziona qualche decina che manda ai collaboratori del photoshop che taroccano di tutto e di più. Di fatto è un pittore, il problema è che questa roba andrebbe scritta chiaramente sotto le foto, altrimenti si pensa che lui è un genio che fa foto che altri non fanno, mentre in realtà lui tarocca foto mentre gli altri no. Per carità è un'artista, ma uno quando guarda una sua foto si aspetta che sia uno scatto di uno stato di fatto, mentre in realtà è solo una manipolazione a scopo artistico-commerciale, sminuendone di molto la portata narrativa a mio avviso.
Insomma, è uno dei tanti artisti sopravvalutati del XX e XXI secolo
Insomma, è uno dei tanti artisti sopravvalutati del XX e XXI secolo
Il problema che vedo è nell'idea di arte per quanto riguarda la fotografia. A quanto pare per molti di voi solo se viene rappresentata la "realtà" nel modo più fedele possibile quella è arte.
Ma se questo lo consideriamo un parametro irrinunciabile...credo che di opera artistiche nella storia dell'umanità ne rimarrebbero ben poche. A cominciare dalle statue di Prassitele, passando per i ritratti di Tiziano, le nature morte della pittura olandese, per arrivare all'iperrealismo.
Ma la realtà non esiste...esistono [U]idee di realtà[/U] che sono quelle che gli artisti cercano di raffigurare nelle loro opere superando il mero aspetto percettivo.
La perfezione "tecnica" ha poco a che vedere con l'arte ma più con l'ingegneria. Ritrarre la realtà con la giusta tecnica con i mezzi attuali in sè è un fatto talmente banale da essere meccanico e che richiede anche meno perizia tecnica, e quindi meno soggettività da parte del fotografo, di quanto ce ne volesse con macchine analogiche.
Commento # 32
di: xarz3
pubblicato il 06 Giugno 2016, 01:27
Originariamente inviato da: demon77
Scusami ma non vedo dove sia il male in tutto questo..
Se sei un artista che vuole raggiungere un determinato status di un'opera per poter esprimere ciò che davvero cerca (che sia dipinto, foto, scultura o altro) è logico che faccia tutti i tentativi possibili per raggiungere lo status che lui cerca.
Non mi pare, in questo specifico caso, corretto valutare la sua opera sulla base di quanti scatti ha fatto ed ha scartato. non è mica una gara di abilità in questo senso.
Anche un pittore butta via decine di bozzetti che non lo soddisfano, ed un regista gira scene decine di volte per raggiungere quella che lo soddisfa. Non per questo il risultato finale ha minore valore.
Se sei un artista che vuole raggiungere un determinato status di un'opera per poter esprimere ciò che davvero cerca (che sia dipinto, foto, scultura o altro) è logico che faccia tutti i tentativi possibili per raggiungere lo status che lui cerca.
Non mi pare, in questo specifico caso, corretto valutare la sua opera sulla base di quanti scatti ha fatto ed ha scartato. non è mica una gara di abilità in questo senso.
Anche un pittore butta via decine di bozzetti che non lo soddisfano, ed un regista gira scene decine di volte per raggiungere quella che lo soddisfa. Non per questo il risultato finale ha minore valore.
Nel caso in questione era stato pagato per fare una mostra sull'Umbria e lui ha dato il meglio di sè per rappresentare una realtà esteticamente appagante oppure che attirasse l'attenzione, ma non ha documentato la realtà, nè in senso giornalistico (diretto) nè in senso artistico (metaforico). Di fatti l'Umbria delle sue foto è semplicemente falsa a mio avviso, in quanto descritta con scene del tutto stereotipate o forzate oppure, nei casi migliori, semplicemente banali e scenografiche.
Ha semplicemente piegato la fotografia al veicolamento di messaggi che piacevano al committente, altro che narratore, questo lavoro si chiama "pubblicitario"
Commento # 33
di: xarz3
pubblicato il 06 Giugno 2016, 01:37
Originariamente inviato da: azi_muth
Il problema che vedo è nell'idea di arte per quanto riguarda la fotografia. A quanto pare per molti di voi solo se viene rappresentata la "realtà" nel modo più fedele possibile quella è arte.
Ma se questo lo consideriamo un parametro irrinunciabile...credo che di opera artistiche nella storia dell'umanità ne rimarrebbero ben poche. A cominciare dalle statue di Prassitele, passando per i ritratti di Tiziano, le nature morte della pittura olandese, per arrivare all'iperrealismo.
Ma la realtà non esiste...esistono [U]idee di realtà[/U] che sono quelle che gli artisti cercano di raffigurare nelle loro opere superando il mero aspetto percettivo.
La perfezione "tecnica" ha poco a che vedere con l'arte ma più con l'ingegneria. Ritrarre la realtà con la giusta tecnica con i mezzi attuali in sè è un fatto talmente banale da essere meccanico e che richiede anche meno perizia tecnica, e quindi meno soggettività da parte del fotografo, di quanto ce ne volesse con macchine analogiche.
Ma se questo lo consideriamo un parametro irrinunciabile...credo che di opera artistiche nella storia dell'umanità ne rimarrebbero ben poche. A cominciare dalle statue di Prassitele, passando per i ritratti di Tiziano, le nature morte della pittura olandese, per arrivare all'iperrealismo.
Ma la realtà non esiste...esistono [U]idee di realtà[/U] che sono quelle che gli artisti cercano di raffigurare nelle loro opere superando il mero aspetto percettivo.
La perfezione "tecnica" ha poco a che vedere con l'arte ma più con l'ingegneria. Ritrarre la realtà con la giusta tecnica con i mezzi attuali in sè è un fatto talmente banale da essere meccanico e che richiede anche meno perizia tecnica, e quindi meno soggettività da parte del fotografo, di quanto ce ne volesse con macchine analogiche.
Per me il problema non è il Photoshop. Il problema è quando usi la tecnica non per trasmettere un contenuto che TU ARTISTA hai percepito, ma per trasmettere un contenuto che compiace la committenza e che distorce la realtà. Quello è il lavoro del pubblicitario, non dell'artista.
Certo, da sempre nell'arte l'artista ha dovuto leccare il culo alla committenza ma qui siamo ad un livello per cui lui può rifiutarsi di farlo.
Guarda questo filmato
https://www.youtube.com/watch?time_...p;v=tUM9UGeuFFk
Chi sarebbe quella che cammina? Che vestiti indossa? Chi li ha mai visti in Umbria quei vestiti? Quelle greggi dove stanno, sono praticamente inesistenti in quella dimensione in questo territorio, mica stiamo in scozia.
Quello era uno spot. E difatti il lavoro di chi fa spot non si chiama "artista" ma "pubblicitario". Steve McCurry è un pubblicitario che si spaccia per "narratore" (o meglio, narra quello che chi paga vuole sentirsi dire)
Commento # 34
di: azi_muth
pubblicato il 06 Giugno 2016, 12:58
Originariamente inviato da: xarz3
Per me il problema non è il Photoshop. Il problema è quando usi la tecnica non per trasmettere un contenuto che TU ARTISTA hai percepito, ma per trasmettere un contenuto che compiace la committenza e che distorce la realtà. Quello è il lavoro del pubblicitario, non dell'artista.
Certo, da sempre nell'arte l'artista ha dovuto leccare il culo alla committenza ma qui siamo ad un livello per cui lui può rifiutarsi di farlo.
Certo, da sempre nell'arte l'artista ha dovuto leccare il culo alla committenza ma qui siamo ad un livello per cui lui può rifiutarsi di farlo.
Se solo questo fosse un elemento discriminante per distinguere un'opera d'arte in pratica non avremmo opere artistiche fino alla seconda metà dell'ottocento. La storia dell'arte è fatta di artisti che hanno cercato di esaudire desideri ed aspirazioni dei committenti e quasi sempre si sono distaccati dalla realtà proprio per mostrare una loro visione delle cose.
Originariamente inviato da: xarz3
Guarda questo filmato
https://www.youtube.com/watch?time_...p;v=tUM9UGeuFFk
Chi sarebbe quella che cammina? Che vestiti indossa? Chi li ha mai visti in Umbria quei vestiti? Quelle greggi dove stanno, sono praticamente inesistenti in quella dimensione in questo territorio, mica stiamo in scozia.
Quello era uno spot. E difatti il lavoro di chi fa spot non si chiama "artista" ma "pubblicitario". Steve McCurry è un pubblicitario che si spaccia per "narratore" (o meglio, narra quello che chi paga vuole sentirsi dire)
https://www.youtube.com/watch?time_...p;v=tUM9UGeuFFk
Chi sarebbe quella che cammina? Che vestiti indossa? Chi li ha mai visti in Umbria quei vestiti? Quelle greggi dove stanno, sono praticamente inesistenti in quella dimensione in questo territorio, mica stiamo in scozia.
Quello era uno spot. E difatti il lavoro di chi fa spot non si chiama "artista" ma "pubblicitario". Steve McCurry è un pubblicitario che si spaccia per "narratore" (o meglio, narra quello che chi paga vuole sentirsi dire)
1) Puoi non ritenere McCurry un artista, ma questa ancora una volta non è un una discriminante per dare un giudizio sul suo lavoro.
In effetti pubblicitari ed artista hanno molto in comune. Ancora prima della pubblicità l'arte è stata sempre dai potenti come mezzo di comunicazione...buona parte delle opere medievali, rinascimentali, barocche sono degli "spot" politici o religiosi e seguivano di sicuro il denaro. La lista di artisti che hanno lavorato in pubblicità è lunghissima pensa solo a Toulouse-Lautrec, Dudovich, Mucha, Depero... la ragione è evidente un artista è capace di evocare significati nelle immagini ed il fatto di seguire i desideri del committente non lo sminuisce di certo anzi è una sfida in più. Quindi per me non c'è nessuno scandalo.
2) Quello non è un documentario di Piero Angela non deve essere "vero" ma lo scopo è quello di suscitare un'emozione mostrandoti delle "atmosfere" e delle visioni dell'Umbria.
3) Per promuovere l'Umbria vengono suggeriti sette itinerari che vengono "narrati" da McCurry: http://www.sensationalumbria.eu/it/...-mccurry_5.html
Quel costume e quel gran pezzo di figliola sono stati utilizzati già da McCurry per il manifesto del festival delle Gaite di Bevagna: un modo per riscoprire l'umbria sottolineando il legame dell' Umbria con il suo antico retaggio medievale e con i suoi antichi mestieri.
L'obiettivo è di promuovere l'umbria nel mondo tramite la visione che ne ha McCurry imho ci riesce anche bene.
Il fatto di essere pagati e di seguire i desideri della committenza non è praticamente stato mai un elemento sufficiente per distinguere un artista o valutare un opera.
Commento # 35
di: demon77
pubblicato il 06 Giugno 2016, 13:19
Originariamente inviato da: xarz3
Nel caso in questione era stato pagato per fare una mostra sull'Umbria e lui ha dato il meglio di sè per rappresentare una realtà esteticamente appagante oppure che attirasse l'attenzione, ma non ha documentato la realtà, nè in senso giornalistico (diretto) nè in senso artistico (metaforico). Di fatti l'Umbria delle sue foto è semplicemente falsa a mio avviso, in quanto descritta con scene del tutto stereotipate o forzate oppure, nei casi migliori, semplicemente banali e scenografiche.
Ha semplicemente piegato la fotografia al veicolamento di messaggi che piacevano al committente, altro che narratore, questo lavoro si chiama "pubblicitario"
Ha semplicemente piegato la fotografia al veicolamento di messaggi che piacevano al committente, altro che narratore, questo lavoro si chiama "pubblicitario"
Ok, il fatto che a te non siano andate a genio mi va bene. E mi vanno altrettanto bene le tue ragioni.
Però il fatto che lui abbia fatto un lavoro per accontentare le esigenze del committente mi pare più che sensato..
Chiaro poi che se il committente ha bisogno di immagini "da cartolina" lui quelle immagini gli da. Non puoi mica dare la colpa a lui.. se avesse fatto un reportage in stile goirnalistico fatto di immagini vere e dirette sarebbe stata un'altra cosa.. ed il committente sarebbe stato insoddisfatto.
Commento # 36
di: xarz3
pubblicato il 07 Giugno 2016, 01:08
Originariamente inviato da: demon77
Ok, il fatto che a te non siano andate a genio mi va bene. E mi vanno altrettanto bene le tue ragioni.
Però il fatto che lui abbia fatto un lavoro per accontentare le esigenze del committente mi pare più che sensato..
Chiaro poi che se il committente ha bisogno di immagini "da cartolina" lui quelle immagini gli da. Non puoi mica dare la colpa a lui.. se avesse fatto un reportage in stile goirnalistico fatto di immagini vere e dirette sarebbe stata un'altra cosa.. ed il committente sarebbe stato insoddisfatto.
Però il fatto che lui abbia fatto un lavoro per accontentare le esigenze del committente mi pare più che sensato..
Chiaro poi che se il committente ha bisogno di immagini "da cartolina" lui quelle immagini gli da. Non puoi mica dare la colpa a lui.. se avesse fatto un reportage in stile goirnalistico fatto di immagini vere e dirette sarebbe stata un'altra cosa.. ed il committente sarebbe stato insoddisfatto.
Per me Steve McCurry è un bravissimo pubblicitario. E basta.
Dopotutto anche quando vedo la pubblicità della nuova berlina BMW le immagini cercano di trasmettermi emozioni per invogliarmi all'acquisto. Così come il suo "reportage" sull'umbria doveva invogliare a visitare l'umbria. Ma in entrambi i casi le belle sono ricercate apparenze al solo scopo di vendita
Lui stesso ha ragione a definirsi un narratore. Infatti i pubblicitari sono ottimi narratori dovendo trasmettere un messaggio in una frazione di secondo o un'immagine. Che poi il messaggio sia vero o falso poco importa.
Siamo nel 2016, non possiamo più definire, dopo gente come i dadaisti o Manzoni, artista colui che fa immagini artistica per soddisfare una committenza. Questo approccio all'arte è non solo antiquato ma sostanzialmente ormai privo di significato.
L'arte è altra cosa secondo me.
Commento # 37
di: azi_muth
pubblicato il 07 Giugno 2016, 01:57
Originariamente inviato da: xarz3
Siamo nel 2016, non possiamo più definire, dopo gente come i dadaisti o Manzoni, artista colui che fa immagini artistica per soddisfare una committenza. Questo approccio all'arte è non solo antiquato ma sostanzialmente ormai privo di significato.
L'arte è altra cosa secondo me.
L'arte è altra cosa secondo me.
Infatti probabilmente quell'altra "cosa" è valida solo per te... Il rapporto artista committente è qualcosa di sicuramente antico...ma che sia antiquato e privo di significato dopo i dadaisti è smentito dai fatti.
Altrimenti Dalì, Manzu, Wharol, Basquiat, Burri, Picasso secondo questo ragionamento non sarebbero artisti e le loro opere sono senza significato perchè nel corso delle loro vite vita hanno accettato opere da mercanti d'arte o mecenati vari.
Una delle ultime opere di Wharol "Last Supper" fu commissionata dal credito Valtellinese per celebrare Leonardo, Dalì lavorò a delle illustrazioni della Divina Commedia per il Governo Italiano, Manzù per padre Agostino Gemelli, Burri per Gardini, A Picasso fu commissionato una delle sue opere più famose Guernica... persino Bansky si dice abbia lavorato per commissione per un album di Blur!!! Insomma...
Non è certo la commissione che cambia il valore di un opera...anzi l'incontro ( e lo scontro) tra committenti ci hanno regalato la maggior parte del nostro patrimonio artistico.
Anche se il committente da un tema poi è comunque l'artista a doverlo interpretare con la propria capacità personale e la propria "visione" d'altro canto è per questo che il committente vuole un'opera...
Magari sarebbe meglio valutare un opera senza una visione ideologica e stereotipata (quella dell'artista beohemienne). Il genio se c'è emerge comunque...
Commento # 38
di: zyrquel
pubblicato il 07 Giugno 2016, 08:24
Originariamente inviato da: xarz3
Siamo nel 2016, non possiamo più definire, dopo gente come i dadaisti o Manzoni, artista colui che fa immagini artistica per soddisfare una committenza.
sei tu che affermi che NON può essere definito artista se deve soddisfare una committenza...noi diciamo solo che non ce ne frega nulla se una data opera è stata fatta per sfizio dell'autore o per far contento il presidente di una casa automibilistica, quello che conta è solo l'opera in se
Commento # 39
di: gianluca.f
pubblicato il 08 Giugno 2016, 09:04
Risposta paraculen di un grande personaggio.
La verità è che è stato beccato con le mani nel sacco e ogni cosa detta a sua discolpa non regge.
Lui stesso ha dichiarato di seguire personalmente lo sviluppo delle sue foto ma evidentemente non può farlo per ogni mostra e viene delegato ad altri.
Non entro neanche nella discussione PP si PP no, la post produzione è imprescindibile ed è fatta dalla macchina fotografica stessa.
Le sue immagini sono emozionanti non si può dire altro ma scoprire che mancano persone o sono stati spostati oggetti fa riflettere.
La verità è che è stato beccato con le mani nel sacco e ogni cosa detta a sua discolpa non regge.
Lui stesso ha dichiarato di seguire personalmente lo sviluppo delle sue foto ma evidentemente non può farlo per ogni mostra e viene delegato ad altri.
Non entro neanche nella discussione PP si PP no, la post produzione è imprescindibile ed è fatta dalla macchina fotografica stessa.
Le sue immagini sono emozionanti non si può dire altro ma scoprire che mancano persone o sono stati spostati oggetti fa riflettere.
Commento # 40
di: demon77
pubblicato il 08 Giugno 2016, 09:35
Originariamente inviato da: gianluca.f
Risposta paraculen di un grande personaggio.
La verità è che è stato beccato con le mani nel sacco e ogni cosa detta a sua discolpa non regge.
Lui stesso ha dichiarato di seguire personalmente lo sviluppo delle sue foto ma evidentemente non può farlo per ogni mostra e viene delegato ad altri.
Non entro neanche nella discussione PP si PP no, la post produzione è imprescindibile ed è fatta dalla macchina fotografica stessa.
Le sue immagini sono emozionanti non si può dire altro ma scoprire che mancano persone o sono stati spostati oggetti fa riflettere.
La verità è che è stato beccato con le mani nel sacco e ogni cosa detta a sua discolpa non regge.
Lui stesso ha dichiarato di seguire personalmente lo sviluppo delle sue foto ma evidentemente non può farlo per ogni mostra e viene delegato ad altri.
Non entro neanche nella discussione PP si PP no, la post produzione è imprescindibile ed è fatta dalla macchina fotografica stessa.
Le sue immagini sono emozionanti non si può dire altro ma scoprire che mancano persone o sono stati spostati oggetti fa riflettere.
Su questo quoto in pieno.
Notevole figuraccia.