A vedere le immagini sembra uno strano scherzo della natura, uno di quei rendering in cui la fantasia del designer è andata oltre la realtà: invece è proprio fatta così, con una lunga impugnatura, molto diversa da tutte le altre proposte sul mercato. Si tratta della nuova Sigma DP2 Quattro fotocamera con ottica fissa e sensore di dimensioni generose.
Come le sorelle che l'anno preceduta utilizza un sensore Foveon X3 in formato APS-C, ma si tratta di una nuova implementazione di questa tecnologia. Il sensore Foveon, a differenza della maggior parte dei sensori che equipaggia fotocamere e cellulari, non utilizza una matrice Bayer per stabilire i colori della scena, ma lavora su tre strati, ognuno sensibile a una delle componenti della radiazione luminosa. Prima ogni strato aveva lo stesso numero di pixel, ora Sigma ha cambiato l'approccio e il primo strato cattura le informazioni di risoluzione su 19,6 megapixel mentre i due strati inferiori si concentrano solo sulle informazioni colore su una griglia da 4,9 megapixel ciascuno.
L'output sarà diverso a seconda dell'opzione scelta: sarà possibile avere il file JPEG alla risoluzione nominale dello strato che legge la luminanza (19,6 megapixel), un output ad alta risoluzione che, similmente a quanto avveniva con i Foveon X3 precedenti, interpola i dati per offire 39 megapixel di risoluzione e infine il file RAW che registra le informazioni lette da tutti gli strati (19,6+4,9+4,9).
Sigma proporrà il sensore su tutto il terzetto di sorelle dp1, dp2 e dp3, che si differenziano per le ottiche da 19mm, 30mm e 50mm, con focali equivalenti da 28mm, 45mm, 75mm.