'The MAST Collection - Un alfabeto visivo dell’industria, del lavoro e della tecnologia': da oggi al 22 maggio a Bologna

'The MAST Collection - Un alfabeto visivo dell’industria, del lavoro e della tecnologia': da oggi al 22 maggio a Bologna

di Roberto Colombo, pubblicata il

“Curata da Urs Stahel, è la prima esposizione di opere selezionate dalla collezione della Fondazione: oltre 500 immagini tra fotografie, album, video di 200 grandi fotografi italiani e internazionali e artisti anonimi”

Nei primi anni 2000 la Fondazione MAST ha creato uno spazio appositamente dedicato alla fotografia dell’industria e del lavoro con l’acquisizione di immagini da case d’asta, collezioni private, gallerie d’arte, fotografi ed artisti. Il patrimonio della Fondazione, che già comprendeva un fondo che raccoglieva filmati, negativi su vetro e su pellicola, fotografie, album, cataloghi che negli stabilimenti del Gruppo Coesia venivano prodotti fin dai primi del Novecento, si è così arricchito ed è andato oltre i parametri di materiale promozionale e documentaristico delle imprese del Gruppo industriale.

Attraverso queste numerose acquisizioni, si è creata una collezione che oggi conta più di 6000 tra immagini fotografiche e video di celebri artisti e di maestri dell’obiettivo, oltre ad una vasta selezione di album fotografici con migliaia di immagini, che come avveniva solitamente in ambito industriale sono state prodotte da autori sconosciuti o dagli stessi tecnici dell’impresa che operavano per hobby, ma non per questo sono meno rappresentative del mondo del lavoro.

Ora una mostra mette sotto gli occhi dei visitatori un pezzo molto importante della collezione:

“The MAST Collection - Un alfabeto visivo dell’industria, del lavoro e della tecnologia”

Curata da Urs Stahel, è la prima esposizione di opere selezionate dalla collezione della Fondazione: oltre 500 immagini tra fotografie, album, video di 200 grandi fotografi italiani e internazionali e artisti anonimi.

Tra gli artisti in mostra: Paola Agosti, Richard Avedon, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Margaret Bourke White, Henri Cartier Bresson, Thomas Demand, Robert Doisneau, Walker Evans, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, André Kertesz, Josef Koudelka, Dorotohea Lange, Erich Lessing, Herbert List, David Lynch, Don McCullin, Nino Migliori, Tina Modotti, Ugo Mulas, Vik Muniz, Walter Niedermayr, Helga Paris, Thomas Ruff, Sebastião Salgado, August Sanders, W. Eugene Smith, Edward Steichen, Thomas Struth, Carlo Valsecchi, Edward Weston.

La mostra, proprio per la sua complessità, è strutturata in 53 capitoli dedicata ad altrettanti concetti illustrati nelle opere rappresentate. La forma espositiva è quella di un alfabeto che si snoda sulle pareti dei tre spazi espositivi (PhotoGallery, Foyer e Livello 0) e che permette di mettere in rilievo un sistema concettuale che dalla A di Abandoned e Architecture arriva fino alla W di Waste, Water, Wealth.


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