Qualche tempo fa Toshiba aveva annunciato di essere al lavoro su una tecnologia simile a quella utilizzata da Lytro, la fotocamera Light-Field che permette di decidere quale punto mettera a fuoco dopo lo scatto (e non prima come avviene normalmente). Ora Toshiba ha messo in mostra il primo modulo fotocamera uscito dal progetto. Si tratta di un modulo dedicato ai cellulari, che mira quindi a contenere al massimo le dimensioni.
Come in Lytro il sistema funziona tramite un complesso sistema di microlenti che diffonde su diversi pixel i raggi luminosi in modo differente in relazione all'angolo di incidenza della luce. Il processore della fotocamera è in grado poi di utilizzare le informazioni per ricostruire oltre all'immagine anche le distanze degli oggetti ritratti, permettendo così poi di applicare un filtro di sfocatura selettivo, risultando nella possibilità di mettere a fuoco durante la fase di visualizzazione in modo dinamico.
Il sensore utilizzato è da 8 megapixel, ma la risoluzione delle immagini con messa a fuoco dinamica dopo lo scatto si ferma a 2 megapixel. Alcuni avanzano qualche dubbio sulla reale efficacia di un sistema contenuto in dimensioni così piccole: a causa delle ridotte dimensioni del sensore il controllo sulla profondità di campo è limitato. Inoltre con questo tipo di tecnologia è fondamentale l'equilibrio tra risoluzione dell'immagine e quantità di informazioni sulle distanze tra i soggetti e la profondità della scena.
Toshiba, pur usando molte delle informazioni per determinare le distanze dei soggetti, ha scelto di usare una risoluzione leggermente più alta di Lytro Camera, sarà interessante vedere i risultati finali. La prossima versione utilizzerà un sensore da 13 megapixel, per immagini a 5/6 megapixel. La versione attuale integra già, comunque, la capacità di registrare video a 30 frame al secondo.