Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, è stato un'artista enigmatico vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Un uomo dalla vita sfrenata e spesso contraddistinta da momenti di vera e propria follia che l'hanno costretto a condurre la sua esistenza tra la fuga e la prigionia. Le vicende di una vita sregolata passano in secondo piano quando davanti si presenta un talento divino capace di rivoluzionare la storia dell'arte. Il modo di dipingere e la tecnica pittorica sono del tutto innovative per l'epoca, alcuni studi evidenziano come l'artista dipingesse direttamente sulla tela da modelli a grandezza naturale e stendesse il colore con cura maniacale e una particolare attenzione al gioco tra luce e ombre, elemento fondamentale e ricorrente nella pittura di Caravaggio.
Per omaggiare i 450 anni dalla morte del Merisi, Haltadefinizione ha digitalizzato tre grandi opere dell'artista lombardo: Narciso, San Giovanni Battista e San Francesco in Meditazione. La digitalizzazione di un'opera non vuole sostituire l'originale, ma creare nuove possibilità di visione mantenendo la stessa fedeltà dei colori e aumentando la qualità dei dettagli. La tecnologia gigapixel porta con se diversi vantaggi, come la possibilità di guardare un dipinto nei minimi particolari, spesso non visibili ad occhio nudo o permettere di gestire e monitorare lo stato di conservazione di dipinti, affreschi, manoscritti e statue. Infine, ma non meno importante, la tecnologia la gigapixel offre la possibilità di accedere gratuitamente ai capolavori dell'arte anche a distanza, caratteristica fondamentale al giorno d'oggi, dove la promozione dell'arte e della cultura ha bisogno di un particolare sostegno. Haltadefinizione si è offerta promotore di questa iniziativa e, nel 2019 ha firmato un accordo per la valorizzazione e promozione delle collezioni statali con il Ministero per beni e le attività culturali e per il turismo. Dal lavoro di Haltadefinizione insieme alla tecnologia gigapixel nasce un nuovo modo di vedere l'arte, diverso da quello tradizionale ma altrettanto interessante. Si allarga la raccolta di opere digitali ad alta definizione che, dopo capolavori come La ragazza con l'orecchino di perla di Vermeer, il San Sebastiano, i disegni di Leonardo e tanti altri, introduce tre opere attribuite al genio di Caravaggio.
Narciso
Il Narciso di Caravaggio è una celebre opera, datata 1597 appartenente alle Gallerie nazionali d''arte antica, conservata all'interno di Palazzo Barberini a Roma. Il mistero che avvolge il dipinto e il mito ovidiano del Narciso donano all'opera un'aurea di intoccabilità e di estrema bellezza. Ancora oggi vive il conflitto sulla paternità dell'autore del dipinto. Per secoli attribuito al genio di Caravaggio, negli ultimi decenni alcuni studiosi e critici dell'arte attribuiscono l'opera a Giovanni Antonio Galli detto lo Spadarino. Il dibattito è ancora aperto, ma il capolavoro rimane, per il momento, figlio della mano di Michelangelo Merisi. L'iconografia del Narciso contrasta totalmente con le precedenti raffigurazioni del mito, il giovane ragazzo è ripreso in primo piano mentre si specchia nella fonte d'acqua, prima di innamorarsi del suo riflesso per poi uccidersi, senza uno sfondo boschivo e animalesco che hanno contraddistinto le precedenti raffigurazioni. La gestione della luce e l'innovazione iconografica donano al quadro una rara potenza espressiva.
San Giovanni Battista
Il secondo capolavoro digitalizzato da Haltadefinizione è il San Giovanni Battista di Caravaggio, soggetto che troviamo costantemente nella produzione artistica del Merisi. La versione digitalizzata è il San Giovanni Battista conservato a Roma nella galleria nazionale d'arte antica. Realizzato nel 1604, il dipinto raffigura il Santo ancora giovane, seduto e seminudo. Lo sfondo è scuro e ombroso, mentre il soggetto è risaltato da un fascio di luce dalla divina provenienza, tipico di Caravaggio. Non ci sono elementi distintivi che portano subito a pensare a San Giovanni Battista: la ciotola simbolo del battesimo di Gesù e la croce sono quasi nascoste e difficili da individuare nello sfondo del quadro. Rimane l'iconico mantello rosso ma manca la pelliccia di cammello, simbolo del Santo riportato dal Vangelo secondo Matteo durante la predicazione nel deserto. "Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico." Nell'opera Caravaggio attribuisce un misterioso significato, interpretabile come una raffigurazione tra sacro e profano. Iconografie spesso criticate all'epoca dell'artista come successe tra le altre nell'opera "San Matteo e l'angelo".
San Francesco in Meditazione
La terza e ultima opera è il San Francesco in Meditazione, dipinto scovato nel 1968 nella chiesa di San Pietro a Carpineto Romano. Il quadro, commissionato nel 1606 dal cardinale Pietro Aldobrandini, raffigura il Santo di Assisi dentro una caverna al freddo, con un teschio in mano e addosso un saio rattoppato e sgualcito a simboleggiare la povertà e lo stile di vita di San Francesco. In basso a destra troviamo una croce in legno priva di decorazioni, come metafora di una fede lontana dai bisogni materiali. Come per San Giovanni Battista, anche San Francesco è un soggetto spesso raffigurato da Caravaggio. Del dipinto in questione ne esiste una versione molto simile conservata nella chiesa dei Cappuccini di S. Maria Immacolata a Roma che, prima del ritrovamento nel 1968 della versione di Carpineto, era considerata l'originale caravaggesca.