Non sempre portare con sé un intero parco ottiche è la scelta migliore: i viaggi sono uno dei classici esempi in cui caratteristiche come leggerezza, trasportabilità e versatilità possono diventare la chiave per tornare a casa con gli scatti migliori. Se, da un lato, le ottiche a focale fissa sono messe in cima alla lista dei desideri di molti fotografi, in diverse situazioni d'uso è spesso impossibile portare con sé tutte quelle che servono a coprire le variegate esigenze della fotografia di viaggio. Dall'altro, non solo il momento del cambio dell'ottica può essere anche critico per il sensore se effettuato in ambienti polverosi, ma può anche rappresentare l'attimo in cui si perde l'occasione catturare un istante che non tornerà mai più. C'è una certa diffidenza nei confronti degli zoom tuttofare, che ad oggi è però un retaggio del passato, grazie ai grandi passi avanti fatti anche da questo tipo di ottiche sul fronte tecnologico e della qualità costruttiva, con Tamron tra i nomi che maggiormente si sono distinti in questo panorama.
I viaggi sono uno dei classici esempi in cui caratteristiche come leggerezza, trasportabilità e versatilità possono diventare la chiave per tornare a casa con gli scatti migliori
Nuovi tipi di vetro, nuovi processi produttivi e nuovi rivestimenti antiriflesso hanno reso anche i superzoom delle ottiche capaci di regalare foto di qualità, con l'indubbio vantaggio di essere anche leggeri, trasportabili, poco ingombranti e sempre pronti a scattare perché spesso non lasciano mai il corpo macchina. Anche la 'gittata' di questo tipo di ottiche è andata crescendo, arrivando a toccare agli estremi focali prima riservate ai fissi con particolari vocazioni. In passato, quando le tecnologie produttive non erano ai livelli attuali, questo tipo di ottica faticava a ottenere buone prestazioni, soprattutto ai suoi estremi, con distorsione a barilotto e aberrazioni molto accentuate alla focale minima e scarsa nitidezza quando estesa al massimo. Le focali estreme erano quindi, una volta, sacrificate all'escursione dello zoom. Oggi il discorso è totalmente diverso, anche perché la tendenza degli utenti è proprio quella di utilizzare questo tipo di obiettivi alle focali estreme, o sfruttando al massimo il grandangolo, oppure spingendo lo zoom al massimo in direzione tele: i produttori quindi hanno studiato i propri schemi ottici affinché possano fornire il meglio delle prestazioni proprio in quei punti.
Eliminati i difetti di una volta, al giorno d'oggi sono pochi i motivi che potrebbero frenare l'utente medio (ma non solo) dall'affidarsi a uno zoom tuttofare. Come dicevamo uno dei vantaggi è proprio quello di avere tutte le focali che servono a disposizione in un unico obiettivo con la semplice rotazione di una ghiera. Non è necessario cambiare obiettivo per passare dal grandangolo al super tele: non si perdono così attimi (e fotogrammi) preziosi e inoltre si preserva anche il sensore dalla polvere. Non è necessario scegliere l'ottica in base al tipo di fotografia che si vuole fare: questo è un indubbio vantaggio per i neofiti che non hanno ancora trovato la loro vocazione fotografica, ma può rappresentare un punto a favore anche per i più esperti, quelli che sanno riconoscere al volo una situazione 'imperdibile'. Alcuni dei tuttofare per APS-C sono poi caratterizzati da dimensioni davvero compatte, che aggiungono pochi centimetri a quelle dei - spesso molto limitati - zoom kit venduti assieme alle fotocamere: quando si parla di viaggi (qualcuno ha detto 'bagaglio a mano'??) l'ingombro può essere un fattore fondamentale. Anche nel caso di atttività all'aperto può essere un grande vantaggio avere agganciato alla macchina un tutto-in-uno: vi è mai capitato di essere sulla cima di una montagna e trovarvi senza il grandangolo (perché non ci stava nello zaino) o - peggio - senza un'ottica abbastanza lunga per riprendere l'incontro con un animale selvatico?
Detiene certamente il record per la maggiore escursione focale il megazoom Tamron 16-300mm F/3.5-6.3 Di II VC PZD MACRO, che ha alzato di parecchio l'asticella nel settore dei tuttofare. Si tratta di un vero all-in-one, capace di un'escursione focale di 18,8x, partendo per altro dalla focale minima di 16mm, valore che la maggior parte degli zoom kit non copre. Dedicato alle reflex APS-C (Canon, Nikon e Sony) vanta, quindi, una gamma di focali equivalenti di circa 24-450mm. È un vero tuttofare, capace di trasformarsi in un buon compagno per la fotografia macro, con una distanza minima di messa a fuoco di 39 centimetri, che significa un rapporto di ingrandimento di 1:2,9 alla focale massima. Il sistema di stabilizzazione ottica VC (Vibration Compensation) svolge il suo lavoro soprattutto quando le focali si fanno più lunghe, zona dove gli obiettivi non stabilizzati a volte 'vedono lungo' ma non sono in grado di farci scattare fotografie di buona nitidezza. La messa a fuoco sfrutta il motore Piezo Drive, che unisce velocità, silenziosità e possibilità di correzione manuale in ogni momento della messa a fuoco.
Il tutto è racchiuso in soli 540 grammi di peso e in una lunghezza a riposo che fa segnare meno di 10 centimetri
Tamron ha messo in campo tutte le sue tecnologie per unire versatilità e qualità per questa ottica utilizzando elementi asferici ibridi, elementi LD, un vetro XR (Extra Refractive Index), una lente frontale in vetro UXR (Ultra Extra Refractive Index), e un particolare elemento asferico in vetro fuso tra le lenti più vicine al sensore. Tamron ha scelto materiali di prima qualità anche per la finitura esterna con l'obiettivo di rendere l'ottica resistente all'umidità, in grado quindi di accompagnare anche quei vacanzieri che vogliono portare con sé la propria fotocamera ai tropici, nelle foreste pluviali e nei fiordi più settentrionali. Inoltre il tutto è racchiuso in soli 540 grammi di peso e in una lunghezza a riposo che fa segnare meno di 10 centimetri.