Cosa ci occorre per una bella foto alla Luna? Cavalletto, macchina fotografica, un buon teleobiettivo e la giusta combinazione tra tempo di scatto, diaframma e sensibilità: et voilà, il satellite lattiginoso resta immortalato nella nostra scheda di memoria o (per i nostalgici) sulla pellicola.
E se volessimo fare una foto indimenticabile? Bisogna spingersi oltre e magari essere già avvezzi all'uso di strumentazione di osservazione astronomica. E poi qualcosa come 32000 (trentaduemila) scatti da fondere insieme con la tecnica dell'image stacking, cioè la composizione di numerosissimi scatti a breve esposizione allo scopo di ottenere una immagine a risoluzione più elevata rispetto ad una singola posa a lunga esposizione.
E' quanto fatto dal polacco Bartosz Wojczyński che armato di telescopio Celestron C9.25 (schema ottico Schmidt-Cassegrain ed equivalente ad un obiettivo di focale 2350mm con apertura f/10), montatura SkyWatcher HEQ5 equatoriale (capace, cioè, di compensare la rotazione apparente della volta celeste tramite un sistema motorizzato da vincolare alla Stella Polare) e fotocamera ZWO ASI174MM monocromatica ha impiegato circa 28 minuti per catturare tutti gli scatti necessari, del peso complessivo di 73,5 gigabyte.
L'immagine è stata scattata direttamente dal balcone dell'appartamento della propria abitazione in Polonia. Il fotografo ha mappato le immagini nello spettro del violetto e dell'infrarosso nei canali blu e rosso, operando un'elaborazione che ha richiesto circa sei ore di lavoro per ottenere l'immagine finale di 14 megapixel.
"Grazie alla colorazione enfatizzata è possibile osservare le differenze nella composizione chimica della superficie lunare. Per esempio le colorazioni tendenti al blu di varie zone indicano un suolo ricco di titanio" ha spiegato Wojczyński. Altro che "lattiginoso".