Il Giappone è un paese con dinamiche particolari, che a volte sembrano davvero strane ai nostri occhi. Sapete ad esempio che gli smartphone venduti in Giappone non hanno la possibilità di silenziare il suono dello scatto della fotocamera? La grande portabilità dei telefonini, rispetto alle tradizionali macchine fotografiche, aveva infatti scatenato un'ondata di voyeurismo nel paese del Sol Levante, rendendo indispensabile una misura per limitare la ripresa di fotografie di nascosto.
In particolare nella sottocultura giapponese rivestono un ruolo importante i cosiddetti 'upskirt', ossia scatti (o più recentemente video) ripresi di nascosto al di sotto delle gonne di donne e ragazze. Un tipo di ripresa molto più facile da effettuare con un cellulare rispetto a una fotocamera tradizionale.
Upskirt e voyeurismo: un fenomeno sociale in Giappone
Nonostante questo tipo di misure il fenomeno del foto voyeurismo è tuttora molto sviluppato in Giappone, tanto da richiedere un intervento a livello legislativo per inasprire le pene. Nel 2021 i numeri della polizia nazionale nipponica parlano di più di 5.000 casi di arresto per scatti rubati, una cifra triplicata rispetto a 10 anni prima. Per molti dei colpevoli, dopo un primo scatto rubato quasi per gioco, quella degli scatti upskirt diventa una vera e propria dipendenza. Sono riportati casi in cui sono state trovate sui telefoni dei colpevoli migliaia di foto rubate di nascosto sotto le gonne delle ragazze.
Un cartello ricorda che è vietato riprendere foto non autorizzate deglie atleti durante una manifestazione sportiva a Osaka. KYODO
Negli ultimi tempi è emerso un nuovo fenomeno, che è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Parliamo degli scatti rubati alle giovani atlete durante o nelle fasi di precedenti o successive alle prestazioni sportive: spesso le divise, anche per ragioni ergonomiche, sono molto succinte e creare scatti rubati 'piccanti' che vengono poi condivisi dagli utenti sulle piattaforme social o nei gruppi di messaggistica. C'è poi tutto il capitolo delle foto rubate negli spogliatoi.
Il problema è stato anche all'ordine del giorno di un simposio di avvocati che ha visto la partecipazione di un'ex atleta della nazionale femminile di pallavolo, che ricorda chiaramente come il proprio allenatore alle superiori l'avesse già messa in guardia in merito a foto che le erano state rubate negli spogliatoi.
Al momento chi riprende fotografie che possono avere uno sfondo sessuale senza il consenso dei soggetti è già punito, ma le procedure penali variano molto da prefettura a prefettura. Ora c'è sul tavolo una proposta per uniformare le procedure penali, che fa parte di un disegno di legge più grande dedicato ai crimini sessuali. In base alla proposta di legge la ripresa, la distribuzione e il possesso di materiale fotografico che ritragga i genitali di qualcuno senza il consenso del soggetto è punibile fino a tre anni di carcere e con multe che possono arrivare a 3 milioni di yen (circa 22.000 euro).
Le nuove regole dovrebbero diventare legge nel mese di giugno. Al momento non ci sono nuove regole specifiche per quanto riguarda, invece, la ripresa di fotografie 'osé' di sportivi, se non il caso in cui vengano utilizzate fotocamere agli infrarossi per 'vedere sotto i vestiti'.